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La pubblicazione dell'inventario dell'archivio storico preunitario e postunitario di Ponsacco è la logica conclusione di un importante intervento di valorizzazione del patrimonio documentario comunale, per troppi anni rimasto privo di ordinamento e quindi difficilmente consultabile.
Il lavoro di inventariazione, condotto con rigore da Marco Cini e Franco Bertolucci, ha richiesto preliminarmente un complesso lavoro di identificazione di tutte le unità documentarie, lavoro reso difficile anche dallo stato sovente caotico in cui esse si trovavano. La schedatura analitica di ogni singolo "pezzo" (operazione che ha comportato lunghi mesi di lavoro in archivio) ha alla fine permesso di ricostruire a tavolino la fisionomia dell'archivio, ricostituendo teoricamente i singoli fondi che compongono l'archivio comunale (archivio preunitario e postunitario, ma anche fondi di antiche opere pie e di più recenti organismi, come l'Ente Comunale di Assistenza, l'ufficio del Giudice Conciliatore ed il Comitato di Liberazione Nazionale cittadino). L'ultima fase del lavoro è consistita nel realizzare materialmente quell'ordinamento che era già stato ricostituito sulla carta. È finalmente possibile quindi conoscere con precisione quello che è conservato in archivio, e questo è un risultato veramente importante, non solo perché l'archivio è ora realmente disponibile per chi lo vorrà consultare a fini storici (per la storia collettiva come pure, perché no, per chi volesse ricostruire la storia della propria famiglia), ma anche perché si potrà in avvenire più agevolmente impedire le dispersioni. Occorre fare infine una constatazione: nell'archivio preunitario è conservata documentazione che risale anche al Quattrocento, preziosa pertanto per ricostruire vicende storiche molto lontane nel tempo, mentre purtroppo vi sono mancanze nelle serie documentarie che risalgono a non molti decenni orsono. Preservare la memoria del proprio passato è un imperativo etico fondamentale per ogni società civile: ne deriva la necessità di salvaguardare le fonti storiche che questa memoria contengono, e in questo nessuna altra fonte storica può sostituire la documentazione archivistica, prodotta spontaneamente da enti e persone nel corso della propria esistenza, senza quei fini autocelebrativi o censori (in ultima analisi mistificanti) propri tanto spesso delle fonti ufficiali.
Emilio Capannelli, Sovrintendenza Archivistica per la Toscana